WHISTEBLOWING – APPROVATA DAL PARLAMENTO EUROPEO LA DIRETTIVA CHE GARANTISCE PROTEZIONE PER CHI DENUNCIA ILLECITI SUL POSTO DI LAVORO

WHISTEBLOWING – APPROVATA DAL PARLAMENTO EUROPEO LA DIRETTIVA CHE GARANTISCE PROTEZIONE PER CHI DENUNCIA ILLECITI SUL POSTO DI LAVORO

Sulla scia degli scandali relativi all’evasione fiscale e all’uso improprio dei dati personali, venuti alla luce negli ultimi anni grazie all’attività del whistleblower, il Parlamento europeo, il 16 aprile scorso, ha approvato (con 591 voti favorevoli, 29 contrari e 33 astensioni) le nuove norme volte ad assicurare standard minimi di protezione a coloro che denunciano pubblicamente violazioni al diritto dell’UE.
La disciplina si è resa necessaria alla luce delle risultanze di uno studio effettuato nel 2017 per conto della Commissione Europea, che ha dimostrato che la mancanza di tutela degli informatori ha comportato, nell’ambito degli appalti pubblici, quasi dieci miliardi di euro all’anno.
Finora, la tutela dei whistleblower non era armonizzata fra gli Stati membri e copriva solo alcuni settori. Con l’approvazione del Parlamento UE delle nuove misure di protezione, oltre a diventare più facile e sicura, l’attività di segnalazione delle irregolarità da parte dei lavoratori potrà riguardare un più ampio raggio di aree: frode fiscale, riciclaggio di denaro sporco, appalti pubblici, sicurezza dei prodotti e dei trasporti, protezione dell’ambiente, salute pubblica, protezione dei consumatori e protezione dei dati.
In particolare, le organizzazioni pubbliche e private con più di 50 dipendenti dovranno predisporre dei canali interni al fine di permettere ai lavoratori di denunciare le attività illecite all’interno dell’organizzazione stessa.
Le autorità nazionali, invece, dovranno creare dei canali esterni, affinché i whistleblower che scelgono di denunciare, anche all’esterno, possano trovare completa protezione.
Dopo l’approvazione definitiva del testo del provvedimento da parte del Consiglio UE, gli Stati membri dovranno adeguare le normative nazionali entro due anni. Attualmente, infatti, sono solo 10 i Paesi (Francia, Ungheria, Irlanda, Italia, Lituania, Malta, Paesi Bassi, Slovacchia, Svezia e Regno Unito) che offrono tutele complete a tutti settori o categorie di lavoratori.
Gli Stati membri dovranno garantire al whistleblower l’accesso gratuito a informazioni e consulenze complete e indipendenti sulle procedure e sui mezzi di ricorso disponibili, nonché all’assistenza legale nel corso del procedimento.
Il whistleblower non potrà essere sospeso, declassato e intimidito. Non dovrà trovarsi ad affrontare altre forme di ritorsione. Durante i procedimenti giudiziari, gli informatori potranno ricevere sostegno finanziario e psicologico.

Fonte: https://www.tuttocamere.it